E’ il titolo del libro che abbiamo presentato al Teatro Accademico di Castelfranco Veneto Venerdì 15 ottobre 2021. “Dato che mi hai colpito alle spalle, costretta a stendermi, a seguire le cure forzate e a mandarti a quel paese, ti scrivo caro cancro“, è il dialogo bruciante e sardonico con la malattia. “Ma ho vinto io, hanno vinto le grandi battaglie, ha vinto l’amore caro mio, non tu“.
E mentre tutti si inventavano un modo per sopravvivere al lock down, noi di LILT, delegazione di Castelfranco Veneto, elaboravamo il progetto “Caffè letterario …in Rosa“. Si, l’idea mi balenava già prima della pandemia ma si è realizzata proprio per l’esigenza di dare un segno della nostra esistenza anche rinchiusi tra quattro mura.
Aperto a tutti coloro che avevano avuto una esperienza diretta o indiretta con il cancro, l’invito consisteva nello scrivere in trecento parole la propria storia. Un viaggio tremendo, spaventoso, immenso per qualcuna, ma anche straordinario, incredibile.
Chiediamo venia ai veri scrittori, noi sette presuntuosi della castellana, reduci da umili esperienze editoriali. Abbiamo unito le nostre forze, seppur virtualmente, elaborando i testi ricevuti via mail e scremati dalla mitica Fernanda, segretaria insostituibile di LILT.
La mia raccomandazione era una: diamo spazio alle emozioni e se non sono descritte, tiriamole fuori dalle parole, dalle scene immaginate, dalle persone menzionate o dagli oggetti descritti.
L’elaborato veniva quindi restituito al mittente per approvazione o diniego o per una rielaborazione.
Abbiamo voluto dare risonanza alle emozioni forti che trasparivano tra le righe, nelle frasi buttate giù di petto, come si suol dire, dove anche il tasto del computer poteva essere premuto più forte in caso di rabbia o rancore, per far sentire qualsiasi lettrice dentro alla vita di quella persona.
Abbiamo ricevuto solo racconti di forza e positività, e anche nello sconforto, la resilienza ha caratterizzato le parole.
Spesso la rabbia si notava dagli incisi, dalla mancanza di virgole, come a voler dire tutto d’un fiato che il cancro era stato maledetto a scegliere quella donna o quella madre o quel padre, quel momento.
In questa era digitale che da anni profetizza il funerale della carta stampata, noi abbiamo voluto viaggiare contro corrente, pubblicando un libro, edito da Panda Edizioni, dal profumo di inchiostro, da sfogliare e da leggere anche dalla fine. Sarà utile a chi attraversa un percorso difficile, a chi si sente l’unico sfortunato, a chi vuole trovare comprensione e amicizia. Sarà utile per far riflettere sul senso della vita, per dare una svolta alla propria, per non fare certi errori, per ricordarci che l’amore è la più potente delle medicine.
Sono racconti di vita vera, dove non è stato facile aggiustare un periodo se ciò avrebbe cambiato il messaggio del cuore.
Abbiamo notato spesso come alcune donne descrivano minuziosamente le fasi della malattia, le visite diagnostiche, gli esami strumentali, quasi a fuggire di corsa dal percorso oncologico, quasi a volerne fare una montagna da scalare, sotterrando a volte le emozioni sotto al mucchio. Dettagli che al lettore possono sembrare ridondanti e inutili, ma che noi abbiamo decifrato come un archeologo in uno scavo: importantissimi e di inestimabile valore.
Mi occupo di medicina narrativa dal 2013, quando ho iniziato ad adottare la tecnica del racconto verbale dei miei pazienti e annotando in un taccuino le loro espressioni, il linguaggio non verbale, ma anche le loro storie. Parto sempre da una semplice domanda: “Come ti senti? . Si, hai capito bene, come ti senti? “Bene, dai sono in forze, ora mangio, ho finito la chemio ecc”. E’ la risposta del 99% delle persone. “No, non ti ho chiesto come stai, ma come ti senti qui (appoggio le mani giunte al petto, vicino al cuore)”. Quel gesto spiega tutto, ed entra dentro di loro. C’è chi scoppia a piangere e chi a parlare, parlare, parlare, di come si sente e come sente finalmente il suo cuore, c’è chi mi abbraccia anche se non si può e chi rimane con lo sguardo a terra. Ma poi tutto cambia.
Il libro servirà per raccogliere fondi per le iniziative in ambito oncologico della Lilt (Lega Italiana Lotta ai Tumori), è un piccolo gioiello del mio cuore, reso possibile grazie al Dott. Gava, Presidente LILT provinciale che ha approvato l’iniziativa, e che resterà per sempre come frutto di una pandemia che nessuno dimenticherà mai più.