VINCERÀ LA CARNE ?

Premetto che fino a ieri sera mangiavo carne e insaccati due tre volte a settimana. Mi sono sempre concessa il lusso di poter scegliere e decidere come riempire il mio stomaco senza problematiche di linea, peso, circonferenza addominale o patologie. E’ una grande fortuna, o una grande incoscienza, me ne rendo conto, poter entrare in un supermercato e acquistare due etti di speck affumicato del Tirolo o tre bistecche di filetto da cuocere ai ferri senza sensi di colpa.

Ma oggi ho cambiato idea.
Complice un documentario sui  meccanismi che sottendono alle scelte delle grandi organizzazioni mondiali contro il cancro ad esempio, o contro altre patologie, e la mia furiosa curiosità scientifica.
Ho trascorso la notte a cercare studi, revisioni scientifiche ed elaborati sugli effetti avversi dell’utilizzo della carne nella nostra dieta quotidiana. Ho cercato se vi è una correlazione tra il cancro del colon retto e l’assunzione di carne. Mi sono soffermata sullo studio che ha coinvolto mezzo milione di persone in tutta Europa. Il progetto investigativo ha visto la collaborazione della UE, dello IARC e di AIRC. Ho letto, spulciato, preso appunti smaniosi, come in un giallo, mi sono addentrata nella ricerca del colpevole.
Stamattina mi sono svegliata diversa
Ho affacciato il mio viso allo specchio, in camera mia, ho acceso la luce per controllare le occhiaie, mi sono tirata la pelle con entrambe le mani, come se fossero un ferro da stiro, per togliermi qualche anno e così, fare qualche nuova riflessione. Ho controllato il colorito della pelle, mi sembrava più bianca del solito. Mi sono premuta la pancia. Mi faceva male? No, nessun dolore.
D’accordo che sono solo quarantasette gli anni tra qualche mese, è che quando sei veramente adulto, anche una piccola distanza fa la differenza, si cominciano a contare i minuti, figuriamoci gli anni.
E non posso fare a meno di pensare a tutti i miei pazienti scomparsi a causa del cancro del colon retto in questi miei quindici anni di attività come enterostomista. Non dimentico gli occhi di Paola, che di tumori al colon ne aveva avuti quattro, e glielo hanno tolto tutto, nè quelli di Martino, seduto accanto a sua moglie, alla quale il cancro del colon aveva rubato anche gli organi genitali. Non dimentico il sorriso di Alessandra, dopo la diagnosi di cancro del retto, quando le dissero che avrebbe tenuto il sacchetto per sempre e voleva buttarsi giù dal settimo piano. E ricordo Giacomino, magro come un bambino di pochi anni, che con il suo ultimo desiderio di mangiare una pizza, mi aveva fatto piangere. Ma non aveva visto le mie lacrime mentre respirava affannato sotto al casco. Non ho ancora mangiato una pizza da quando è volato via.
Gli esperti hanno stabilito che il 18-21 per cento dei tumori al colon, e il 3 per cento di tutti i tumori, sono probabilmente legati al consumo di carni rosse e insaccati. ( 2013)
Lo studio ha però anche dimostrato, di contro, che un consumo di piccole quantità di carne rossa ha effetti benefici per la salute, fornendo importanti vitamine e nutrienti specifici. Ma nel momento in cui sono andata a indagare su quali fossero questi nutrienti specifici e queste vitamine, ho capito che a parte la vitamina B12, tutto il resto si trova nel regno dei vegetali. A voi la sentenza, io ho sparato secca la mia. Immagino che il mercato della carne nel mondo sia così forte da poter dirigere anche un eventuale studio scientifico ma questo è un mio parere e ad ogni modo ringrazio chi ha pubblicato quella postilla per potermi ancora concedere qualche bello spiedino di pollo al curry o una tagliata fina fina, almeno una volta al mese, che già ho l’acquolina in bocca.

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